giovedì 6 gennaio 2011

C ’è un’arte antica dei filosofi greci: l’eristica (l’arte di battagliare con le parole), e cioè la capacità di cercare di confutare le dichiarazioni altrui anche se vere.
All’eristica, infatti, non interessa se un discorso possa essere vero o falso ne le definizioni delle parole che vengono impiegate; il suo unico fine è quello di contestare il proprio avversario e di persuaderlo di avere ragione. Per questo i sofisti della scuola eristica si vantavano di poter confutare qualsiasi cosa che si dica esser vera o esser falsa. In poche parole può essere considerata “l’arte di modificare la realtà, di manipolarla in modo spregiudicato per far vincere la propria parte”.
Non vi è dubbio che il paese stia attraversando, ormai da lungo tempo, un periodo di pesante crisi economica e politica, ma, cosa forse ancora più grave, un periodo di crisi culturale e civile. Questo è quello che si sta verificando a livello politico, sociale, sindacale e nelle amministrazioni pubbliche dove dirigenti messi lì dalla politica, per fare il loro volere, spartiscono risorse a chi è acconsenziente a portare avanti il loro “progetto” senza contestazioni e favori a parenti ed amici
facendo passare il messaggio che tutto funziona bene, anche se vengono lesi principi fondamentali e abbattuti 40 anni di lotte sindacali. Non è un caso che la FIAT non ha nessuna intenzione di applicare il contratto di lavoro nazionale con la complicità del governo e di alcune sigle sindacali filogovernative (CISL e UIL).
Si nascondono dietro la crisi facendo passare il messaggio: “ringraziate il cielo se avete un lavoro”. Siamo vittima di una riforma del pubblico impiego nota come “riforma Brunetta” scritta in parte dall'onorevole Pietro Ichino con un passato di dirigente sindacale nella Fiom-Cgil, consulente di CGIL, CISL, UIL e per finire dell’UGL. Il Ministro Bonsai istituisce la CIVIT (Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni Pubbliche) un curioso organismo che dovrebbe indirizzare, coordinare e sovrintendere all’esercizio delle funzioni di valutazione, garantendo la trasparenza dei sistemi adottati e la visibilità degli indici di andamento gestionale delle amministrazioni pubbliche.
Era proprio necessario? Non basterebbe semplicemente cassare i Dirigenti nominati dalla politica? Non basterebbe solo avere dei dirigenti competenti e con i titoli adeguati?
Non basterebbe eliminare quei dirigenti che sono tutt’uno con l’Assessore di turno? Il ministro Brunetta non sa che i dirigenti vengono spesso ripartiti in base ai successi elettorali avuti dai singoli partiti?.
Torniamo alla CIVIT. La commissione è formata da 5 componenti che insieme guadagnano 780.000 €.
In organico ci sono 13 dipendenti, 1 dirigente che ricopre il ruolo di Segretario Generale per la modica cifra di € 144.000, 9 esperti di comprovata esperienza (consulenti esterni) che incassano in totale circa € 235.000, 2 componenti del Comitato Tecnico Consultivo per una cifra di € 135.000, 3 Revisori dei Conti per l’importo di € 30.000.
È arrivato il momento, tiriamo le somme? Presto fatto 1.324.000 €, per dare meglio l’idea 2.563.621.480 di vecchie lire. Non ci spingiamo oltre a fare commenti riflettiamo insieme sul blocco dei nostri contratti, sui fondi delle risorse decentrate che servono a dirigenti, incapaci ed ignoranti, a far progredire e ringraziare chi gli è servile. Dalle varie province emergono sfiducia e annichilimento, fattori che giocano a vantaggio delle caste e di chi getta fango sulla pubblica amministrazione colpendo solo coloro che invece tentano di far bene il proprio lavoro.
Occorre ripristinare trasparenza e coesione altrimenti la meritocrazia diviene solo l’ennesimo bluff che premia i soliti noti.
La rabbia di chi ancora è capace di scandalizzarsi di certe situazioni è sacrosanta e va convertita in proposte costruttive e migliorative.

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