PRIMO MAGGIO DI INCERTEZZA, OPPORTUNITA’ PER CAMBIARE
“Il lavoro pubblico fra discredito e diritti negati a tutti”
N
on occorre essere acuti sociologi per percepire il malessere che attraversa la società italiana e il disorientamento di gran parte delle persone che lavorano o cercano occupazione, la mancanza di punti di riferimento, di sufficienti tutele, di valori condivisi, di coerenza e solidarietà.
Non occorre essere fini analisti economici per sentirsi sempre più spesso beffati dallo Stato, per capire che si sta rapidamente consumando la ricchezza del Paese, per accorgersi che la politica non progetta, non crea sviluppo per i giovani, non agisce sugli sprechi veri, sull’evasione e sulla corruzione.
Non occorre essere dotti giuristi per scontrarsi con la vulnerabilità del sistema di regole, che raramente valgono per tutti, in cui il furbo prevarica mentre chi è corretto resta indietro.
Non occorre essere abili politici per capire che così si vive tutti male, si vive più soli, in difficoltà, con una qualità della vita deteriorata; per capire che stiamo già perdendo la seconda generazione, che stiamo giocandoci il suo capitale umano, l’organizzazione della Pubblica Amministrazione, il piacere del lavoro, in un continuo arretramento e “smottamento” completamente privo di certezze.
La qualità della vita dei cittadini deriva quindi in modo diretto anche dalla qualità della propria Pubblica Amministrazione, che deve poter consentire l’ordinato svolgimento della vita sociale, tutelare i più deboli da forme di prevaricazione, limitare le posizioni acquisite di monopolio e predominio, far funzionare l’ascensore sociale per i capaci ed i meritevoli, permettere l’accesso a pari opportunità e possibilità a tutti i cittadini che si impegnino per il progresso economico, morale e civile del Paese. E per ottenere questo, oltre ad una classe politica dotata di una visione del futuro e non solo di interessi verso il presente, occorre una macchina amministrativa esistente e funzionante.
Questo fondamentale requisito non si ottiene criminalizzando, vergognosamente e in modo strumentale, una intera categoria di lavoratori, i “geneticamente” fannulloni lavoratori pubblici. Non si ottiene sottopagandoli, tenendoli in scacco rispetto a logiche clientelari e non valorizzando imparzialmente esperienza, formazione, merito, anzi si preferisce toglierli di mezzo, magari sbattendoli in una qualche partecipata che potrebbero intralciare i “manovratori”. Non si ottiene smantellando con un colpo di spugna le conoscenze accumulate negli anni, quelle tecniche, quelle altamente professionali; o facendo riorganizzazioni radicali e un po’ a casaccio, a costo rigorosamente zero. Non si ottiene con leggi e regolamentazioni nebulose, contorte, contraddittorie ed inapplicabili
Siamo un Sindacato che si occupa di pubblico impiego e siamo consapevoli delle delicatissime ricadute del lavoro pubblico su tutti i cittadini e i lavoratori: vogliamo trasformare questo stato di incertezza e di disagio nella molla per rivendicare il recupero della dignità del lavoro pubblico e per una pubblica amministrazione lungimirante, competente, motivata, capace di programmare e decidere responsabilmente, che traini lo sviluppo del Paese.
BUON PRIMO MAGGIO
DI SOLIDARIETA’ A TUTTI I LAVORATORI, PRECARI, DISOCCUPATI, SOTTOCCUPATI;
BUON PRIMO MAGGIO
IN VIAGGIO PER IL CAMBIAMENTO IN TUTTO IL PUBBLICO IMPIEGO
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